PAOLO  STURMANN

PAOLO

Me

Avevo 7 anni , se non ricordo male... Mia sorella mi aveva passato un flauto di plastica, verticale. E poco dopo scoprii il piacere della improvvisazione sulla pentatonica maggiore.
Nessuna conoscenza, nessuna scelta consapevole. Solo un vecchio 45 giri rigato e un gioco curioso, quello di scartare per istinto i suoni del mio flauto che non fossero perfettamente congeniali con il giro di accordi che sentivo ripetersi all'infinito, in quel disco. 
Ho sempre avuto il ricordo del titolo di quel brano:”Dolce acqua”. Solo dopo molti decenni scoprii che si trattava di un lavoro di Ivano Fossati nei “Delirium”. Mai più frequentata questa persona. 
La sua intensità però mi era  arrivata addosso. 

Ma la mia amicizia con l'improvvisazione, il solo fatto di  ritenerla  un incontro inevitabile, la grammatica primaria di qualunque espressione musicale a me affine, credo fosse cominciata anche prima del primo vagito.  

Era il Jazz di New Orleans, i giganti dei primordi, erano i suoni amici che frequentavano la mia casa da sempre, in virtù del grande amore che mia madre e mio padre nutrivano per loro. 

Amo da sempre la gioia, la luce, l'entusiasmo , la profondità , l'impeto della tempesta che fa scaturire profumi irresistibili e li profonde in ogni luogo lambito dal suo passaggio. 

La stessa eredità del mio nome , d'altronde, mi tiene saldamente legato a tutto questo, e me lo ricorderebbe qualora avessi la stoltezza di dimenticarre da dove vengo . Sturmann significa uomo della tempesta, e paolo, il piccolo, il bambino. 

E io questo lo riconoscevo anche lì.

Poche note